Meglio tacere che fare una grama figura

Racconti di donna che scrive - fatti, non promesse, non mi bastano le promesse

Quante cose vengono dette, quante promesse.

Quante figure grame.

Racconti di donna che scrive - fatti, non promesse, non mi bastano le promesse

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Io e il figlio del carabiniere

Dovevo avere una ventina di anni quando mia nonna approfittó di quel momento da sole in macchina per confidarmi il suo piano.
“Sai”, mi disse, mentre la mano le scivolava sul cambio della macchina.
“Un giorno di questi ti porto a conoscere il figlio del carabiniere, quello che abita qua vicino”.

Non mi ci portó mai, io avevo giá una relazione e sarebbe stato fuoriluogo ma ogni tanto penso a chi cazzo dovesse essere questo figlio del carabiniere.
E ai figli che oggi avremmo avuto, ovviamente.

Questo non é un racconto.

Quando succedeva, e succedeva eccome, il mio cuore prendeva a battere riempiendomi le orecchie.
Avevo il registratore in mano, quasi sempre, e temevo che non uscisse altro che il rumore del mio cuore.
Temevo che non si sentisse altro che il mio corpo che tremava, a scossoni.

Ho denunciato, l’ho fatto.

Non era un ex a farmi violenza, non era un uomo a seguirmi e perseguitarmi.
Ma il discorso era molto, molto simile.

Ho denunciato perche’ la legge c’era.

Ho tremato, ho scritto, ho pianto, sono andata dalle forze dell’ordine ricevendo consigli da due soldi, sono andata da un avvocato che non potevo pagare ma ci ho provato.

Ho denunciato quindi, il mio compito l’ho fatto anche se giustizia non ce ne e’ stata.

Mi accorgo ora, nuovamente, del popolo che sa tutto e anzi quasi pensa di esserci stato in certe stanze, mentre questa o quell’attrice era vittima di violenza, ad Hollywood.
Il popolo si’, che avrebbe fatto diversamente.

Lui si’, che non sarebbe sceso a patti, che avrebbe avuto la luciditá, in mezzo a quel tremore che io personalmente ho provato ed auguro a nessuno di provare, di dire no, di dire basta.

E di denunciare a persone che si’, forse ti avrebbero aiutato.
Forse no.
Forse non saresti, tu popolo, stato abbastanza credibile.
Forse non saresti, tu popolo, stato abbastanza ricco da iniziare un processo.

Ma il popolo dubbi non ne ha, lui sa.

Chissa’ cosa direbbe di me, il popolo, di me che ho denunciato.

Se torno indietro con la memoria non ricordo sostegno, non ricordo parole di conforto e neanche pacche sulla spalla.

Ricordo invece persone care dirmi “ehh, se fosse capitato a me ora non stava in piedi per quante gliene avrei dare”.
“Ehhh, se fosse capitato a me, gli avrei messo le mani addosso”.
“Ehhh, al posto tuo io sí che avrei risolto”.

Ho denunciato, popolo.
Non ha portato a niente, ma l’ho fatto.

Ho denunciato e tu, che fai tanti proclami, dovresti essere dalla mia parte ma non lo sei.

Tu sei quello che in certe situazioni avrebbe fatto meglio, avrebbe fatto giusto.

Pur non avendo, di fatto, mai fatto un bel niente.

Ti auguro di rimanere con queste certezze e di non provare mai sulla tua pelle quel tipo di violenza, quel tipo di dolore e quel tipo di vergogna.

Beata sia, la tua spiccia ignoranza.